Transurfing: Hai mai sentito parlare di questa straordinaria tecnica russa?

Avete mai sentito parlare del Transurfing?

Se la risposta è no, non preoccupatevi – state per scoprire una delle tecniche più affascinanti e meno conosciute nel campo della crescita personale e spirituale. Nata nella mente brillante di un fisico quantistico russo, Vadim Zeland, questa pratica è rimasta per anni un segreto custodito tra le mura dei laboratori sovietici, prima di emergere e diffondersi lentamente nel mondo occidentale.

Il Transurfing non è la solita tecnica di visualizzazione o l’ennesimo metodo di pensiero positivo. È qualcosa di molto più profondo e rivoluzionario, un approccio che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui vedete la realtà e interagite con essa. Immaginate di poter “surfare” tra diverse versioni della vostra vita, scegliendo consapevolmente quale realtà sperimentare. Sembra fantascienza? Eppure, secondo Zeland, è esattamente ciò che facciamo inconsciamente ogni giorno.

Nel vasto panorama della crescita personale e spirituale, emerge una teoria affascinante che ha rivoluzionato il modo di vedere la realtà: il Transurfing di Vadim Zeland. Questo fisico quantistico russo ha introdotto un modello di realtà che va oltre la semplice legge dell’attrazione, offrendo una visione profonda e complessa dell’universo e di come possiamo interagire con esso.

Nel silenzio dei laboratori di ricerca sovietici, Zeland sviluppò una comprensione della realtà che sfida la nostra percezione ordinaria del mondo. Secondo la sua visione, la realtà che sperimentiamo non è fissa o predeterminata, ma è solo una delle infinite varianti possibili che esistono simultaneamente nello spazio delle varianti.

Immaginate l’universo come un immenso oceano di energia informativa, dove ogni possibile scenario, ogni possibile versione della nostra vita, esiste già in forma potenziale. Queste sono le linee di vita, e noi, come surfisti cosmici, navighiamo costantemente tra queste possibilità, manifestando nella nostra realtà quella con cui entriamo in risonanza energetica.

Il principio fondamentale del Transurfing è sorprendentemente semplice nella sua profondità: non dobbiamo creare o forzare la realtà che desideriamo, dobbiamo semplicemente scegliere quella variante che già esiste e scivolare dolcemente verso di essa. È come sintonizzare una radio: tutte le frequenze esistono simultaneamente, noi dobbiamo solo sintonizzarci su quella che desideriamo ascoltare.

Ma cosa determina su quale linea di vita ci troviamo in ogni momento? Secondo Zeland, sono le nostre energie mentali ed emotive, in particolare quelle che lui chiama “pendoli” e “importanza”. I pendoli sono strutture energetiche-informative che si nutrono dell’energia delle persone che vi partecipano. Possono essere ideologie, sistemi di credenze, mode, conflitti – qualsiasi cosa che catturi la nostra energia emotiva e mentale.

L’importanza è quello stato di tensione interiore che creiamo quando diamo troppo peso a qualcosa. Paradossalmente, più importanza diamo a un obiettivo, più energia investiamo nel raggiungerlo, più ci allontaniamo dalla sua realizzazione. È come cercare di afferrare l’acqua: più strettamente chiudiamo il pugno, più ci sfugge tra le dita.

Il Transurfing ci insegna invece a muoverci con grazia tra le varianti della realtà attraverso quello che Zeland chiama “il cuore e la mente uniti”. Non si tratta di visualizzazione forzata o di affermazioni positive, ma di un stato naturale di allineamento dove i nostri pensieri e sentimenti sono in armonia con la nostra vera natura.

Un aspetto rivoluzionario del Transurfing è il concetto di “coordinazione dell’importanza“. Invece di lottare per raggiungere i nostri obiettivi, impariamo a ridurre l’importanza che diamo sia al processo che al risultato. Questo non significa diventare apatici o disinteressati, ma piuttosto liberarci dalla pressione e dall’ansia che spesso accompagnano i nostri desideri.

Il Transurfing ci invita anche a prestare attenzione alle “tracce anticipate” – quei piccoli segni che l’universo ci manda per indicarci che stiamo scivolando verso una particolare linea di vita. Possono essere coincidenze, intuizioni, sensazioni sottili. È come se l’universo ci sussurrasse costantemente, guidandoci verso la realizzazione dei nostri veri desideri.

Ma forse l’insegnamento più profondo del Transurfing è che non siamo vittime passive della realtà, ma co-creatori attivi della nostra esperienza. Non attraverso la forza o il controllo, ma attraverso la consapevolezza e la scelta consapevole delle linee di vita su cui vogliamo surfare.

Questa pratica ci invita a una forma di libertà più profonda: la libertà di scegliere non solo le nostre azioni, ma la stessa realtà in cui vogliamo vivere. È un invito a diventare osservatori consapevoli del gioco cosmico, a danzare con le infinite possibilità che l’universo ci offre, sempre mantenendo il cuore leggero e la mente chiara.

Il Transurfing non è una tecnica da imparare o una formula da applicare. È un modo di essere, una danza con l’universo dove impariamo a muoverci con grazia tra le infinite varianti della realtà, sempre guidati dalla bussola interiore del nostro cuore unito alla saggezza della mente.

Personalmente ho avuto modo di approfondire l’argomento, visto che la mia curiosità va sempre oltre la logica e devo dire che, tra le varie tecniche proposte da Zeland, quella che preferisco e che ritengo più potente sia quella spiegata da Tafti?

Chi è Tafti?….Beh, vi consiglio di scoprirlo da soli leggendo il libro: ” Tafti, la sacerdotessa” di Zeland… e vi avverto, non arrabbiatevi se vi chiamerà “mostriciattoli” o anche peggio… Lei è Tafti!

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